giovedì 25 novembre 2010
SIAMO PROSSIMI ALLE PRIME ELEZIONI DELL'ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI BARLETTA ANDRIA TRANI
appello dagli architetti lombardi
Spettabile Consiglio dell’Ordine,
sulla scorta dei dati disponibili, relativi all’effettivo esercizio della professione da parte degli iscritti a livello nazionale, e in
relazione a quella che è l’esperienza personale di un gruppo di colleghi, abbiamo avviato tra noi una riflessione sull’identità
dell’Architetto oggi, allorquando sempre più spesso la prestazione professionale si connota come frammento parziale e
specialistico del più complessivo iter di un qualsivoglia intervento edilizio.
Riteniamo si tratti di una modifica epocale del nostro profilo di categoria e che incida radicalmente sulla modalità organizzativa
delle nostre strutture (tutti piccoli studi autonomi), e sulla loro capacità di sostenere – in primis sotto l’aspetto economico – la
sfida della contemporaneità.
Dal nucleo di tali riflessioni è nato un Appello ai nostri ordini Lombardi, recentemente pubblicato sulla rivista “AL”, organo della
Consulta Lombarda degli Architetti (http://www.architettilombardia.com/al/68CA94ADCA3A4AF48ACA3E69E1B6AFB7.pdf)
Ci permettiamo di allegarvene copia, nella convinzione che si tratti di questioni su cui il dibattito dovrebbe essere il più ampio
possibile.
Cordialità,
Arch. Claudio Sangiorgi,
Via Monte Suello 9,
20133, Milano
Appello all'Ordine degli Architetti
La durissima congiuntura economica che affligge il settore delle costruzioni, figlia della più generale crisi finanziaria, ha avuto
effetti devastanti sulla nostra categoria professionale (in particolare per i colleghi giovani e le colleghe), con più che
significative riduzioni di organico degli studi, quando non ne abbia comportato direttamente la cessazione dell’attività.
Eppur tuttavia, tale situazione, ancorché aggravata dalla speciale condizione attuale, ha caratteri strutturali, che necessitano –
in primis da parte delle associazioni di categoria, nelle proprie azioni e iniziative – di uno scarto rispetto al modo di vedere il
professionista architetto in senso tradizionale.
Siamo e restiamo degli operatori culturali, promotori di qualità nelle trasformazioni urbane, e la nostra autonoma individualità
(non individualismo) è un valore in termini di ricchezza di contributi che non può semplicemente “sciogliersi”, con pari
efficacia, in forme societarie d’ordine superiore quali le società d’ingegneria; ma siamo anche soggetti microimprenditoriali
afflitti da un’atomizzazione ormai insostenibile, in termini di costi e di oneri gestionali.
Il rischio, qualora non si consideri tale dato oggettivo di fatto, e non si intervenga con politiche appropriate, è quello di essere
marginalizzati e costretti in nicchie di scarsa incidenza rispetto alle dinamiche territoriali, quando non di morire del tutto come
categoria indipendente.
Siamo uno dei gruppi professionali sicuramente più attenti all’innovazione, al cambiamento, all’aggiornamento linguistico e
concettuale (e quindi con una congenita predisposizione ad affrontare la complessità contemporanea), e parimenti siamo
promotori di tutto questo; e rispetto tali temi gli Ordini hanno svolto e svolgono un ruolo positivo di indubbio traino. Ma questo
non è più sufficiente.
Occorre essere anche attenti e innovativi nel pensare la propria identità economica di categoria, il proprio profilo organizzativo
e gestionale.
Ci confrontiamo ogni giorno con difficoltà crescenti, che minacciano la stessa sopravvivenza della nostra attività, in almeno tre
ambiti:
- economico: costi di telefonia, di cancelleria, di stampa, di assicurazioni professionali, di strumentazione software e hardware,
di mobilità, di pubblicazioni e stampa specializzata, di abbonamento a banche dati normative e immobiliari, di aberrante
concorrenza indotta dal perverso e diffuso sistema delle provvigioni riconosciute da parte di imprese e fornitori…
- gestionale: tempi dedicati alla contabilità, alla fiscalità, all’autopromozione, all’aggiornamento, all’organizzazione interna, alle
verifiche di conformità normativa e alla certificazione delle proprie strutture,…
- burocratico: tempi di risposta da parte della Pubblica Amministrazione, moltiplicazione dei centri decisionali, serialità delle
verifiche, proliferazione delle norme e delle circolari, soggettività delle interpretazioni,… e relativi costi…
Occorre quanto prima che, su tali questioni drammaticamente reali, sia svolta da parte degli organismi di categoria un’ampia e
seria riflessione e si diano risposte concrete (convenzioni, gruppi di acquisto, richieste alla Pubblica Amministrazione di
semplificazione, riforme degli ordinamenti fiscali, servizi collettivi consorziati,…); per permettere a noi Architetti di esercitare
anche in futuro il nostro ruolo fondamentale di stimolo e di proposta nel governo del territorio, evitandoci di finire nel
“sottoscala” della contemporaneità; troppo impegnati in una disperata lotta per la sopravvivenza per avere quasi il tempo di
pensare, progettare, vivere.
a firma di
Mario Angelucci; Alessandro Baglioni; Manuela Bianchini; Raffaella Bonomini; Marco Caciagli; Chiara Camozzi; Marina Demetra
Casu; Andrea Tito Colombo; Anna De Ponti; Giuditta De Vecchi; Michelangelo Della Vecchia; Cristina Deponti; Elisa Evaso;
Elena Fabbri; Marta Filoscia; Vito Maria Davide Finzi; Marta Gentili; Laura Gioeni; Luca Guglieri; Alessia Leidi; Cinzia Iris
Mancinelli; Nadia Massari; Andrea Miserocchi; Ilaria Nava; Eleonora Odorizzi; Savina Pagani; Laura Pietrobelli; Jessica
Pizzorni; Claudio Sangiorgi; Ifat Adi Shmueleviz; Monica Sobacchi; Luciana Giovanna Tardio; Emanuela Zizioli.
giovedì 10 giugno 2010
AVVIATE LE CONSULTAZIONI PER IL NUOVO ORDINE
domenica 9 maggio 2010
Professioni, il ministro Alfano: ‘faremo la riforma’
Garantire qualità delle prestazioni e prestigio per i professionisti. Gli Ordini ribadiscono la necessità di tornare alle tariffe minime
Come annunciato nei giorni scorsi, oggi è stato costituito un gruppo di lavoro per la formulazione di uno Statuto delle libere professioni. L’obiettivo principale è lo snellimento degli ordinamenti per un’impostazione più rispondente alle moderne esigenze di ambiti professionali proiettati ormai in uno scenario internazionale. Alfano ha ricordato che la riforma delle professioni è attesa da decenni, ma si è detto fiducioso che il lavoro iniziato oggi porterà a una riforma che incentiverà la ripresa economica del Paese.
Massimo Gallione, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, ha invitato a puntare sulla formazione e sui giovani. Al Ministro della Giustizia gli Ordini hanno chiesto che i professionisti possano costituirsi in società multidisciplinari, anche per fruire degli strumenti normativi e fiscali riservati alle imprese. Gallione ha confermato poi il ruolo di sussidiarietà dell’architetto nei confronti della Pubblica Amministrazione che, di fatto, ‘alleggerisce’ le strutture pubbliche di numerosi interventi soprattutto nel campo dell’edilizia.
Sulle tariffe minime Gallione ha ribadito l’esigenza di ripristinarle al più presto per i lavori pubblici, “nel rispetto dei principi di equa competitività e tenendo conto anche dei costi effettivi, poiché la politica del massimo ribasso sta ampiamente dimostrando le conseguenze drammatiche della sua applicazione, in relazione ad una evidente diminuzione della qualità di progetti ed opere realizzate.”
Piena soddisfazione per l’esito dell’incontro con il Ministro Alfano è stata espressa da Gianni Rolando, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. Secondo Rolando occorre partire mettendo mano a due aspetti rilevanti: il controllo deontologico e l’aggiornamento per garantire che gli ingegneri possano sempre fornire prestazioni di alto livello qualitativo.
Sulla questione delle tariffe, il Presidente del CNI ha evidenziato come il fallimento del decreto Bersani sia stato provato dai fatti, visto che “non si è avuto un allargamento del mercato e quindi l’ampliamento della scelta per gli utenti, ma è seguita una lotta selvaggia con ribassi anche del 90%, 95%. Per questo il CNI riafferma la necessità di annullare il decreto Bersani e di procedere ad una riforma delle professioni dinamica con modalità snelle di gestione e un’ampia tutela per i cittadini, nel rispetto della dignità professionale e tariffe chiare.
Soddisfatto per l’impianto della riforma il presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Pietro Antonio De Paola, che ha detto: “ricalca esattamente le aspettative, più volte espresse dalle rappresentanze del mio ordine, di un ammodernamento delle norme tale da garantire prestazioni professionali all’insegna della qualità e tutelare gli interessi dei cittadini”. In questo senso - secondo De Paola - sono da evidenziare le norme contenute nella proposta che rafforzano il sistema della formazione e dell’aggiornamento continuo (i geologi hanno introdotto l’obbligo di formazione e aggiornamento continuo professionale già 3 anni fa).
All’incontro erano presenti anche i vertici dei Consigli Nazionali di: Geometri, Agronomi e Forestali, Agrotecnici e Agrotecnici Laureati, Periti Industriali e Periti Agrari.