giovedì 25 novembre 2010

SIAMO PROSSIMI ALLE PRIME ELEZIONI DELL'ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI BARLETTA ANDRIA TRANI

Il Commissario straordinario nominato dal Ministero della Giustizia si è "insediato", ovvero ha ricevuto l'incarico di ritirare gli albi provvisori dai rispettivi Ordini competenti (Bari e Foggia).
Riceveremo a breve la sua lettera di convocazione alle prime elezioni.
Avremo una settimana per proporre le candidature e venti giorni per andare a votare. In quale sede ancora non si sa... almeno ufficialmente.
In realtà staremmo ad aspettare ancora le predicate convocazioni ufficiali da parte dei fiduciari (tranne per Barletta in quanto Nicola Salvemini ha già svolto la sua funzione, mantenendo egregiamente la parola).
Tutto questo sta creando un pò di nervosismo tra coloro che ritenevano, e ritengono, il confronto preelettorale un'occasione per iniziare a formare compatto l'Ordine territoriale.
Saranno i numerosi impegni (in momenti di crisi?) che ci impediscono di riunirci?
Personalmente auspico ancora che si presenti questa occasione, per evitare che questo Ordine nasca con delle fratture interne, del tutto simili a quegli episodi che hanno caratterizzato la costituzione della Provincia e portino ad indebolire questo Ordine al punto da non contare su scala Regionale e dipendere ancora come costola dai rispettivi Ordini.
Allora saremo maledetti per aver avviato la raccolta delle firme.
Quindi un appello a tutti gli iscritti che hanno a cuore l'autonomia del nostro territorio, al di là dei campanilismi: fate pressione verso i fiduciari affinchè questi incontri assumano un carattere ufficiale e siano realmente condivisi, chiedendo che quelle consultazioni, che sono inevitabilmente già avviate e secretate, siano di dominio pubblico!
Francesco Giordano

appello dagli architetti lombardi

Spettabile Consiglio dell’Ordine,

sulla scorta dei dati disponibili, relativi all’effettivo esercizio della professione da parte degli iscritti a livello nazionale, e in

relazione a quella che è l’esperienza personale di un gruppo di colleghi, abbiamo avviato tra noi una riflessione sull’identità

dell’Architetto oggi, allorquando sempre più spesso la prestazione professionale si connota come frammento parziale e

specialistico del più complessivo iter di un qualsivoglia intervento edilizio.

Riteniamo si tratti di una modifica epocale del nostro profilo di categoria e che incida radicalmente sulla modalità organizzativa

delle nostre strutture (tutti piccoli studi autonomi), e sulla loro capacità di sostenere – in primis sotto l’aspetto economico – la

sfida della contemporaneità.

Dal nucleo di tali riflessioni è nato un Appello ai nostri ordini Lombardi, recentemente pubblicato sulla rivista “AL”, organo della

Consulta Lombarda degli Architetti (http://www.architettilombardia.com/al/68CA94ADCA3A4AF48ACA3E69E1B6AFB7.pdf)

Ci permettiamo di allegarvene copia, nella convinzione che si tratti di questioni su cui il dibattito dovrebbe essere il più ampio

possibile.

Cordialità,

Arch. Claudio Sangiorgi,

Via Monte Suello 9,

20133, Milano

Appello all'Ordine degli Architetti

La durissima congiuntura economica che affligge il settore delle costruzioni, figlia della più generale crisi finanziaria, ha avuto

effetti devastanti sulla nostra categoria professionale (in particolare per i colleghi giovani e le colleghe), con più che

significative riduzioni di organico degli studi, quando non ne abbia comportato direttamente la cessazione dell’attività.

Eppur tuttavia, tale situazione, ancorché aggravata dalla speciale condizione attuale, ha caratteri strutturali, che necessitano –

in primis da parte delle associazioni di categoria, nelle proprie azioni e iniziative – di uno scarto rispetto al modo di vedere il

professionista architetto in senso tradizionale.

Siamo e restiamo degli operatori culturali, promotori di qualità nelle trasformazioni urbane, e la nostra autonoma individualità

(non individualismo) è un valore in termini di ricchezza di contributi che non può semplicemente “sciogliersi”, con pari

efficacia, in forme societarie d’ordine superiore quali le società d’ingegneria; ma siamo anche soggetti microimprenditoriali

afflitti da un’atomizzazione ormai insostenibile, in termini di costi e di oneri gestionali.

Il rischio, qualora non si consideri tale dato oggettivo di fatto, e non si intervenga con politiche appropriate, è quello di essere

marginalizzati e costretti in nicchie di scarsa incidenza rispetto alle dinamiche territoriali, quando non di morire del tutto come

categoria indipendente.

Siamo uno dei gruppi professionali sicuramente più attenti all’innovazione, al cambiamento, all’aggiornamento linguistico e

concettuale (e quindi con una congenita predisposizione ad affrontare la complessità contemporanea), e parimenti siamo

promotori di tutto questo; e rispetto tali temi gli Ordini hanno svolto e svolgono un ruolo positivo di indubbio traino. Ma questo

non è più sufficiente.

Occorre essere anche attenti e innovativi nel pensare la propria identità economica di categoria, il proprio profilo organizzativo

e gestionale.

Ci confrontiamo ogni giorno con difficoltà crescenti, che minacciano la stessa sopravvivenza della nostra attività, in almeno tre

ambiti:

- economico: costi di telefonia, di cancelleria, di stampa, di assicurazioni professionali, di strumentazione software e hardware,

di mobilità, di pubblicazioni e stampa specializzata, di abbonamento a banche dati normative e immobiliari, di aberrante

concorrenza indotta dal perverso e diffuso sistema delle provvigioni riconosciute da parte di imprese e fornitori…

- gestionale: tempi dedicati alla contabilità, alla fiscalità, all’autopromozione, all’aggiornamento, all’organizzazione interna, alle

verifiche di conformità normativa e alla certificazione delle proprie strutture,…

- burocratico: tempi di risposta da parte della Pubblica Amministrazione, moltiplicazione dei centri decisionali, serialità delle

verifiche, proliferazione delle norme e delle circolari, soggettività delle interpretazioni,… e relativi costi…

Occorre quanto prima che, su tali questioni drammaticamente reali, sia svolta da parte degli organismi di categoria un’ampia e

seria riflessione e si diano risposte concrete (convenzioni, gruppi di acquisto, richieste alla Pubblica Amministrazione di

semplificazione, riforme degli ordinamenti fiscali, servizi collettivi consorziati,…); per permettere a noi Architetti di esercitare

anche in futuro il nostro ruolo fondamentale di stimolo e di proposta nel governo del territorio, evitandoci di finire nel

“sottoscala” della contemporaneità; troppo impegnati in una disperata lotta per la sopravvivenza per avere quasi il tempo di

pensare, progettare, vivere.

a firma di

Mario Angelucci; Alessandro Baglioni; Manuela Bianchini; Raffaella Bonomini; Marco Caciagli; Chiara Camozzi; Marina Demetra

Casu; Andrea Tito Colombo; Anna De Ponti; Giuditta De Vecchi; Michelangelo Della Vecchia; Cristina Deponti; Elisa Evaso;

Elena Fabbri; Marta Filoscia; Vito Maria Davide Finzi; Marta Gentili; Laura Gioeni; Luca Guglieri; Alessia Leidi; Cinzia Iris

Mancinelli; Nadia Massari; Andrea Miserocchi; Ilaria Nava; Eleonora Odorizzi; Savina Pagani; Laura Pietrobelli; Jessica

Pizzorni; Claudio Sangiorgi; Ifat Adi Shmueleviz; Monica Sobacchi; Luciana Giovanna Tardio; Emanuela Zizioli.