venerdì 4 febbraio 2011

intervento del collega LUIGI CATALANO (ANDRIA)

Noi tutti siamo propensi al progettare

Nella progettazione di qualcosa, i nostri maestri ci hanno insegnato, che esistono i linguaggi e le parole. I linguaggi sono la permanenza di segni nelle tradizioni di un popolo, mentre le parole sono la variabile di evoluzione che ogni linguaggio modifica nel corso del tempo.

Quindi, ci hanno detto, deve esserci una necessaria convivenza fra tradizione ed innovazione, tra langue et parole, tra permanenza e variazioni:

chiunque volesse progettare qualcosa di interamente innovativo, avrebbe un destino pieno di incomprensioni;

d’altro canto chi progettasse una qualsiasi cosa tenendo presente solo la tradizione non potrebbe che creare una copia di qualcosa che è esistita nel passato. Perché il futuro che possiamo immaginare deve necessariamente innestarsi in quello che di buono ci ha lasciato il passato, ma occorre vederlo con occhi puliti e svecchiarlo di tutto quello che non è al passo con i tempi.

Per questo motivo dobbiamo dar retta a chi fino al 3 gennaio 2011 era il nostro presidente, il quale, interessandosi di alcuni movimenti di idee che fino a prima dell’estate si stavano affacciando sulla scena cittadina, preoccupato, invitava a non spaccare l’ordine già prima di costituirlo.

D’accordo con questo pensiero ci si aspettava un coinvolgimento maggiore degli architetti di Andria, considerando anche le sollecitazioni provenienti dai comuni limitrofi, dove si svolgevano periodicamente incontri sul tema.

Purtroppo chi voleva parlare, o come minimo ascoltare, non ha trovato molte occasioni per informarsi ed informare, lasciando che una città come Andria facesse tutto da sé ed in maniera forse anche un po’ artigianale.

In più, nel contempo, alcune voci riferivano di una “equa” divisione dei nove candidati tra le varie città: si parlava innanzitutto di due consiglieri a Trani, poi di due consiglieri a Barletta, due consiglieri ad Andria, un consigliere a Bisceglie, un consigliere a Canosa Minervino e Spinazzola ed un consigliere nei comuni ex foggiani (Trinitapoi, Margherita e San Ferdinando): chiarendo in seguito che essendoci per legge la necessaria presenza di un architetto junior, e visto che gli architetti junior parevano esserci solo ad Andria, il consigliere junior avrebbe preso il posto di un consigliere senior proprio ad Andria.

Ma i numeri e i fatti dicono un’altra cosa.

Partiamo da un dato di fatto

Gli Architetti della BAT sono circa 420; di questi

101

sono di Andria

99

sono di Barletta

72

sono di Trani

59

sono di Bisceglie

49

sono divisi tra Canosa, Minervino e Spinazzola

36

sono dei Comuni ex foggiani (S. Ferdinando di Puglia, Margherita di Savoia e Trinitapoli)

Non me ne voglia l’arch. junior Andriolo di Andria, che io per primo ho contattato per verificarne la disponibilità, ma vorrei segnalare che oltre a lui c’è l’arch. Domenico Visaggio da Trani che, non avendo chiamate dai suoi colleghi concittadini, ha già presentato presso il commissario la sua candidatura.

Ed è a maggior diritto la sua candidatura a Trani dove a rigore numerico, non ci può essere che un solo candidato consigliere senior per i primi cinquanta iscritti, ed uno junior per i restanti ventidue.

Ma parliamo dei consiglieri senior.

Mi è stato proposto di candidarmi per Andria.

Ho accettato di buon grado, se non altro per la presenza di un programma che, sin dalle prime bozze, faceva riferimento alla riqualificazione professionale della figura ormai troppo bistrattata dell’Architetto, e con argomentazioni molto semplici, non aggressive o addirittura offensive nei confronti di alcuno, ma prepotentemente intriso di etica, di tutela degli architetti, anche verso i più giovani con, per esempio, l’accompagnamento alla professione dei giovani laureati….

Queste premesse sono quanto basta per abbracciare un’idea che nell’ambito del mio studio sono diventate l’humus indispensabile per consolidare una crescita professionale che vede nelle nuove generazioni una spinta inimmaginabile per migliorare e crescere. Di questo sono convinto assertore e vorrei che queste idee, peraltro presenti anche nell’ordinamento di qualsiasi Ordine Professionale, si diffondessero radicandosi permanentemente nel DNA del nostro nuovo Ordine che sta ora nascendo, diventando soprattutto quelle etiche e, in secondo ordine tutte le altre, le motivazioni per apprezzare la nostra professione nel mondo.

Mi candido perché è nelle mie intenzioni stimolare all’inverosimile i colleghi che me lo permetteranno, affinchè questo nuovo agile Ente possa diventare anche d’esempio per tutti gli altri, acquisendo, nel più breve tempo possibile rilevanza crescente a tutti i livelli.

A queste condizioni, e se voi vorrete, sono pronto a mettermi completamente al servizio dell’Ordine degli Architetti di questa Provincia.

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